
SARAJEVO TRICOLORE | La Vijecnica si tinge per l’Italia
Un’immagine bellissima. Sarajevo si colora di verde, bianco e rosso per l’Italia.
Marzo 2020, Sarajevo per l’Italia – La Vijecnica, la biblioteca/municipio, si tinge di verde, bianco e rosso. E’ un’immagine di per sé splendida. Ancor di più se pensiamo alla sua storia: di ricchezza e conoscenza, di distruzione e sofferenza. E di libri.
Di libri, che raccontano seicento anni di percorsi di convivenza: dai preziosi scritti portati dagli Ebrei cacciati dai possedimenti spagnoli tra fine ‘400 e inizio ‘500 e rifugiatisi nel neonato impero Ottomano al pluralismo culturale della Sarajevo pre-guerra.
Quei libri che, in una notte del ’92, bruciarono quasi tutti, un milione e mezzo, nel più grande rogo di una biblioteca dell’età moderna.
«Brucia la biblioteca i libri scritti e ricopiati a mano
Che gli Ebrei Sefarditi portano a Sarajevo in fuga dalla Spagna
S’alzano i roghi al cielo / S’alzano i roghi in cupe vampeBrucia la biblioteca degli Slavi del sud, europei del Balcani
Bruciano i libri / Possibili percorsi, le mappe, le memorie, l’aiuto degli altri»
– CUPE VAMPE | C.S.I. Consorzio Suonatori Indipendenti (1996) –
1896
Era stata costruita dagli Austriaci a fine ‘800, essendo la Bosnia da loro amministrata prima di diventare parte dell’Impero Asburgico, in stile moresco ispirandosi allo stile dell’Alhambra di Granada e ancor più alla Madrasa del Cairo (qua troviamo un’interessante testimonianza racconto di un’architetto Sarajevese Kanita Fočak). Scelta stilistica particolare probabilmente dettata dalla volontà austriaca di non inimicarsi ulteriormente una città a maggioranza mussulmana.
C’è una famosa immagine dell’estate del 1914 che ritrae l’arciduca Franz Ferdinand uscire con la moglie dal municipio/biblioteca mentre si dirigono alla macchina. Pochi minuti dopo l’erede al trono d’Austria-Ungheria sarà ucciso a colpi di rivoltella da Gavrilo Princip… e il resto è storia nota: l’attentato di Sarajevo dara il via alla Grande Guerra. Uno dei casus belli più famosi della Storia.
1992
Di stile moresco, costruita dagli Austriaci, ospitante la storia delle Culture e Storie balcaniche la #Vijecnica era simbolo di incontro e convivenza e non poteva che diventare un obiettivo dell’ottusità nazionalista durante la guerra dei Balcani nei primi anni ’90.
Attaccando musei, archivi e biblioteche cercavano di ELIMINARE, in nome della pulizia etnica, le prove materiali che avrebbero ricordato alle generazioni future un passato caratterizzato dalla presenza, in Bosnia, di persone di etnia e religione diversa con un retaggio culturale comune.
«Liberati dalla canna fumaria, i personaggi girovagavano per la città, mescolandosi con i passanti e le anime dei soldati morti. Ho visto Werther seduto sul recinto di un cimitero distrutto; ho visto Quasimodo, dondolante sul minareto di una moschea; Raskolnikov e Mersault sussurravano, per giorni, nella mia cantina; Yossarian già commerciava con il nemico; il giovane Soyer era pronto a vendere, per pochi soldi, il ponte Principov»
– Lamento per Vijecnica | Goran Simić –
2014
La Vijecnica ha riaperto i battenti al pubblico solo pochi anni fa. La difficile ricostruzione post bellica, della città e della biblioteca, vide una grande partecipazione dell’Italia, sia di enti pubblici che di privati.
Marzo 2020
In memoria di questa collaborazione o forse più per il semplice fatto che le asperità di un popolo sono più sentite da chi custodiva i “sentieri dell’umanità” oggi la vediamo colorata con il tricolore.
Vicina più che mai.
ANDRÀ TUTTO BENE.
Una lettura consigliata sull’argomento – Letture in Viaggio
Dai Diari del Circolo – #Giorno5
#IoStoaCasa #IoRestoaCasa #Coronavirus #CoronavirusItalia #Andratuttobene
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